Madonna degli Angeli, Forte Ciuto e Madonna del Monte. Un tuffo nel passato, quando andavo la sera con gli amici a bere birrette ai fortini abbandonati sui colli savonesi. Leggende di riti satanici, sacrifici animali, sedute spiritiche e boiate di ogni tipo. Oggi partiamo per fare il giro di tutti e tre i forti a piedi con Simone e Chiara, in ricordo dei vecchi tempi.

Lunghezza: 17Km circa (La mappa indica meno, ma una parte di percorso non me l’ha fatta tracciare, quindi è fatta in linea d’aria);
Durata: 6h circa con pausa pranzo e relax;
Dislivello: 441m

Qui il link ai dettagli del percorso.

18 marzo, il patrono di Savona. Da giovani si andava su verso Santuario, sui prati. Ormai che i 40 sono alle porte, decidiamo di fare il giro dei forti Savonesi. Partiamo dal sentiero dedicato a Chiara Badano, dietro all’ipercoop e saliamo verso la chiesetta di Madonna degli Angeli. Una meta famosa a Savona, proprio sopra la città e raggiungibile in 10 – 15 minuti di sentiero. L’unico dettaglio è che questo sentiero è decisamente in salita, mettendo subito alla prova le gambe e il fiato. Niente di preoccupante comunque, è fattibilissimo. Partendo verso l’ora di pranzo, ci fermiamo subito a mangiare sul prato della chiesa. Purtroppo il meteo non è dalla nostra parte, il vento è ghiacciato e il sole promesso dal meteo, in realtà, non si vede manco in cartolina. Fino a questo punto con noi ci sono anche Alessandra con la figlia Margherita, che ne hanno approfittato per fare due passi e mangiare un panino all’aperto. Il giro completo, però, non si addice ad una bimba di 3 anni. Già dalla chiesetta dove mangiamo si ha una bella visuale aperta su tutta Savona, che qualunque savonese ha fotografato almeno una volta.

Finiamo di mangiare e ci avviamo verso il primo forte, quella della Madonna degli Angeli (noto anche come forte della Conca Verde) distante 10 minuti a piedi dalla chiesetta. Una pioggerellina fastidiosa ci accompagna giusto per infastidirci, la temperatura è più bassa del previsto ma non demordiamo e proseguiamo dritti verso la meta. Arriviamo al fortino e facciamo un giretto veloce tanto per ripassarlo, anche se lo conosciamo a memoria!

Ripartiamo in fretta, anche per scaldarci, verso la seconda meta della giornata, il forte Ciuto. Qui abbiamo da camminare un’oretta, seguendo la strada di uscita dal primo forte per arrivare alla Conca Verde. Per essere precisi si arriva in cima, dove c’è lo spiazzo della camporella per i 3/4 dei Savonesi. E chi non c’è stato almeno una volta?!? Qui la strada asfaltata è chiusa per frana ormai da qualche anno, ma a piedi si passa. Percorriamo questo tratto alternandoci tra alcuni sentieri e la strada chiusa al traffico.

Lungo il percorso facciamo una tappa aggiuntiva all’ex ostello della Conca Verde, in funzione fino al 2010 circa. E’ stato meta di moltissimi viaggiatori zaino in spalla, poi, per vicende varie ha chiuso lasciandone solamente un mostro di cemento in mezzo al verde, con all’interno ancora i letti, l’ufficio, le registrazioni dei clienti dagli anni ’70 in poi etc. Sembra una tappa poco interessante ma questi edifici abbandonati hanno sempre un fascino difficile da spiegare.

Dedichiamo 20 minuti all’ostello e poi ripartiamo, forte Ciuto ci attende. La strada prosegue regalando un po’ di visuale sulla città e il freddo, finalmente, inizia a calare lasciando spazio a qualche tiepido raggio di sole.

Ostello Conca Verde
Ostello Conca Verde

Arriviamo al secondo Forte e, dopo aver fatto un breve giro all’interno, ci prendiamo dieci minuti di pausa per finire gli ultimi avanzi di frutta secca a disposizione e riposare un attimo.

Come sempre in queste occasioni si finisce per parlare di guerre, fascismo, nazismo e tutto quello che ne è collegato. Nonostante questi forti siano ben più vecchi della seconda guerra mondiale, sono stati utilizzati anche per questa.

Ci facciamo coraggio e ripartiamo. Da qui la salita finisce e si inizia a scendere verso il terzo ed ultimo forte, quello di Madonna del Monte, sopra il casello autostradale di Savona. Partiamo seguendo il Ciuto Trail, una pista da bikers scatenati che ci porta verso la meta. Giunti alla fine della pista proviamo a seguire un altro sentiero per saltare l’asfalto, che proprio non ci piace. Con grande gioia di Simo imbocchiamo un “sentiero” che in realtà è un oleodotto che unisce Quiliano a Trecate. Un giorno lo seguiremo per scoprire dov’è sta belin di Trecate! Grazie a qualche parolaccia riusciamo a tornare sulla strada dall’oleodotto e arriviamo all’ultimo fortino.

Questo è quello che conosco meno, anche se, in realtà, è una replica esatta del primo. La differenza interessante è che il primo è molto più frequentato, quindi più accessibile ma mediamente più vandalizzato. Questo qui, invece, sembra un pochino più conservato, per quanto un fortino abbandonato possa definirsi tale…
Tempo di fare le foto di rito e ci rimettiamo in marcia. Da qui ci attende solo il rientro a casa, che però è dalla parte opposta di Savona. Scendiamo verso l’autostrada e rientriamo fino al punto di partenza, per salutarci e chiudere la giornata, un po’ stanchi, ma molto soddisfatti.

Un giro un po’ impegnativo, che richiede un po’ di allenamento, ma comunque non difficile. Permette, inoltre, di essere abbreviato a piacere in diversi posti, anticipando il rientro al punto di partenza.


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