Trattore-Normandia-2
I trattori in spiaggia,in Normandia, sono un’icona.

Non c’è niente da fare. La Normandia mi è piaciuta più della Bretagna. E anche la penisola del Cotentin, pur non riuscendo a visitarla interamente, mi è piaciuta moltissimo.

Ti sei perso i giorni precedenti, alla scoperta della Bretagna in camper? Eccoti il link all’articolo!

Iniziamo tra i maiali

Usciamo da Saint-Malò e rientriamo verso la Normandia puntando dritti verso “la ferme de Cara-Meuh“, un’azienda agricola che alleva animali di svariato tipo e produce formaggi e affini. Dopo l’esperienza dai produttori di sidro voglio riprovare un’altra notte in azienda. Qui il link all’articolo sulla notte.

L’azienda è carina, ma l’ho trovata molto più “fredda” rispetto alla precedente. Solo i maiali erano esilaranti, abbiamo riso 15 minuti buoni solo a guardarli. Splendidi!

Il castello di Pirou

La vacanza di Davidino volge ormai al termine. Abbiamo ancora due giorni che decidiamo di passare in relax a Pirou, visitando il castello e “godendoci” (non senza problemi vari) una cena a base di muscoli e pesce, rinomati da queste parti.

Il castello di Pirou

Ci concediamo la visita al castello di Pirou, antico e rimodificato parecchie volte nel corso dei secoli, persino negli anni ’60 (del ‘900, ovviamente).

Se vi capita visitatelo perché, anche se molto semplice, merita un giro.

Pirou è un paesino molto piccolo, c’è giusto l’area sosta camper dove abbiamo sostato noi e un paio di ristoranti. Ecco l’articolo dell’area sosta camper di Pirou.

Qui, però, troviamo il tramonto più figo di tutta la vacanza. La bassa marea ci regala un bagnasciuga chilometrico esposto a ovest, che riflette il cielo nuvoloso che ci sovrasta. Incredibile. In tutto questo non potevano mancare i trattori normanni, usati in spiaggia per portare le barche in mare e farsi un giro.

Il tramonto a Pirou

Ridendo e scherzando passiamo quasi un’ora a scattare foto di ogni tipo, a trattori, barche, luci e riflessi. Le scarpe sono zuppe, insabbiate, ma pazienza, essere in mezzo a questo spettacolo non capita spesso, quindi cerchiamo di sfrutta a pieno l’occasione.

Coutances

L’indomani mattina mi dedico, come al solito, al lavoro e partiamo poi nel pomeriggio con destinazione Coutances, una piccola cittadina del Cotentin, da cui l’indomani partirà il treno che porterà Davide a Rennes, per prendere poi l’aereo verso casa.

Arriviamo in città sul tardo pomeriggio e scopriamo che gli orari sono un po’ strani. I negozi alle 18.30 sono già tutti chiusi. Troviamo solo un bar che ci permette di bere una birretta e mangiare un hamburger per cena.

La città non sembra male, abbastanza piccola e tranquilla. La cattedrale è decisamente grossa rispetto al paese e devo dire anche molto bella.

Dormiamo in un parcheggio insieme ad altri quattro camper e l’indomani, prima di lavorare, saluto Davide dalla stazione. Da qui sarò di nuovo solo fino al mio rientro a casa, tra circa 10 giorni.

Dunes de Biville

Ok, Davidino è partito e io mi devo riorganizzare un attimo. Lavoro, faccio il bucato, la spesa e parto. La destinazione sono le Dune de Biville, delle grosse dune di sabbia a ridosso del mare che ancora accolgono, a distanza di circa 80 anni, qualche carro armato, residuo della seconda guerra mondiale.

Un carro armato “spiaggiato” a Biville

Sotto il sole cocente mi faccio il giro delle dune, alla ricerca dei carri armati, anzi, di quel che ne rimane. Rimango sempre affascinato da questi reperti e, nonostante il caldo, sono ben felice del giro, che mi prenderà circa 2 ore.

Dopo aver visto i quattro o cinque carri spiaggiati, scendo in riva al mare su una spiaggia enorme che ospita ancora i resti di un avamposto. Curioso che proprio lì vicino ci sia una spiaggia per nudisti che attraverso col mio vestiario da trekking.

Questa è una meta che consiglio davvero, non solo per i resti dei carri, ma anche per la visita delle dune e del posto, calmo e splendido. Preparatevi, però, a insabbiarvi i piedi.

Vauville

Tuco al tramonto

Mi sposto a dormire nella vicina Vauville, precisamente nel parcheggio del giardino botanico.

Qui mi godo un altro tramonto spettacolare sul mare, con Tuco in primo piano.

La notte passa accompagnata da un temporale importante, con tuoni che fanno vibrare il camper. Fortunatamente il terreno ha retto bene e il giorno dopo riesco a ripartire senza restare impantanato nel fango.

Qui l’articolo al parcheggio.

Nez de Jobourg

Proseguo verso nord con Tuco e arriviamo alle scogliere di Nez de Jobourg, una delle mete più ambite del Cotentin.

Nex de Jobourg

Il posto è davvero splendido, queste falesie a picco sul mare ti conquistano in un attimo e io non posso fare a meno di mettermi in cammino lungo la costa per godermele pienamente.

Cammino, tra andata e ritorno, un paio d’ore e posso dirvi questo: il posto è bellissimo, il panorama notevole e merita una visita. Ma Pointe du Van e, soprattutto, Pointe du Raz, mi sono piaciuti di più. Questi, però, rimangono in Bretagna.

E’ ora di ripartire, perché, inizia lungo viaggio del rientro che stanotte mi porterà a dormire nelle vicinanze di Sainte-Mère Eglise.

Sainte Mère Eglise

Tra tutte le storie inerenti la seconda guerra mondiale, ce n’è una curiosa che ha fatto storia. Quella di un paracadutista americano, rimasto impigliato col paracadute al campanile di una chiesa.

Quella chiesa è proprio a Sainte Mère Eglise e, in suo onore, ancora oggi si trova un manichino appeso al campanile. Poi, va bene, anche per portar turisti e soldi, ma questo è un altro discorso.
Dopo aver visitato la chiesa e fatto il giro del paese è arrivato il momento tanto atteso di visitare l’Airbourne Museum, uno dei due musei che mi interessavano da tempo insieme al Memorial di Caen.

Airborne Museum

Non ho molto da dire su questo museo se non che richiede due ore abbondanti per essere visitato e che l’ho trovato estremamente interessante. E’ dedicato all’aviazione e spiega per bene un sacco di dettagli che uno non si immagina. Sicuramente una tappa obbligata per un turista in zona!

Passo la notte nell’area sosta camper a pagamento del paese, qui l’articolo dedicato.

Utah Beach

Ormai sono agli sgoccioli, il mio viaggio sta per concludersi e penso che una degna tappa di chiusura sia proprio una delle spiagge più famose dello sbarco: La Utah Beach.

Utah Beach

Le spiagge dello sbarco sono state delle tappe basilari del viaggio e non posso fare a meno di pensare a come devono essere state quel maledetto giorno. Siamo fortunati a poterci andare come turisti e non dovremmo mai dimenticarlo. Purtroppo, invece, in tanti dimenticano in fretta…

Verso il rientro

Mi godo gli ultimi scorci della spiaggia e poi mi avvio verso Tuco, che mi attende per tornare verso casa. Non ho mai fatto un viaggio di 5 settimane, questo è stato il primo. Mi sono permesso di visitare davvero un posto, di scoprirlo un po’ meglio rispetto alla solita vacanza mordi e fuggi che si fa solitamente. E, nonostante questo, avrei avuto bisogno di altro tempo per vedere un sacco di altri posti che ho dovuto saltare.

La Normandia era una meta che avevo nel mirino da anni e finalmente l’ho vista come si deve. La Bretagna, invece, è stata aggiunta verso la fine e, anche questa, ha meritato un sacco. Posso solo dirvi di andarci, di godervela e di essere di manica larga coi giorni a disposizione. Ritagliatevene il più possibile perché non bastano mai.

Il viaggio di rientro con Tuco sarà lungo ma, per certi versi, divertente. A renderlo ancora più interessante sarà uno dei posti più belli del viaggio, seppur non in Normandia: il Castello di Guedelon. Si tratta di un castello in costruzione, iniziato nel 2014, costruito esattamente con le stesse tecnologie e materiali dell’epoca. Un progetto folle e splendido. Ci sono un sacco di cose da raccontare a riguardo ma questo, è un altro articolo!!

Restate sul pezzo, che prossimamente uscirà l’articolo proprio su Guedelon.
Ciao!!


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *